mercoledì 27 febbraio 2008
Lacrime infinite
lunedì 25 febbraio 2008
Standing ovation
Nessuna immagine può essere piu simbolica di questa per chiudere l'ombra lunga della violenza politica degli anni 70. Ce l'hanno regalata ieri la palottomatica durante il passaggio di consegne fra Veltroni e Rutelli due famiglie segnate da una tragedia immensa avvenuta negli anni di piombo. Un sincero abbraccio pubblico fra la madre di Valerio Verbano, il militante dell'ultrasinistra ucciso 28 anni fa in casa dai sicari che lo aspettavano dopo aver legato i genitori e Gianpaolo Mattei, il fratello di Virgilio e Stefano, i due appartenenti al Msi, morti nel rogo della loro casa di Primavalle a cui avevano appiccato il fuoco gli extraparlamentari di sinistra di Potere Operaio.
Un piccolo gesto carico di significato per evidenziare una volta ancora l'idea di città e di società che ci appartengono e che segnano una netta differenza con la destra italiana.
Grazie.
giovedì 21 febbraio 2008
I pendolari della notte
E poi ci dicono che la nostra è una società libera e democratica. Dove c'è una informazione libera e democratica. Oggi tra le notizie clou in Italia c'è il rifiuto di Aida Yespica a candidarsi con Berlusconi. Grazie mille.
Migliaia di bambini fuggono ogni sera dai ribelli. Sono i pendolari della notte
Li chiamano night commuters, i pendolari della notte. Sono i bambini dei distretti settentrionali dell’Uganda, che a sera si dirigono a migliaia nelle città dai villaggi circostanti per sfuggire agli attacchi dei ribelli del Lra (Lord’s Resistance Army). Costretti a dormire per anni in ripari di fortuna, ora vengono ospitati in centri creati ad hoc dalle organizzazioni umanitarie. Portandosi dentro i racconti e le cicatrici di una guerra che dura ormai da vent’anni.
Principali vittime. Non è un’esagerazione dire che i bambini sono le principali vittime di questa guerra: il gruppo ribelle guidato da Joseph Kony è composto per l’80 percento da bambini-soldato, rapiti durante i raid nei villaggi e costretti a diventare guerriglieri, semplici portatori o, nel caso delle bambine, schiave sessuali dei capi ribelli. Si calcola che dall’inizio del conflitto siano circa 30 mila i bambini rapiti. Molti di questi sono morti, molti altri, fortunatamente, sono riusciti a fuggire. Ma per chi viene ripreso la sentenza di morte è la regola. E, cosa ancora peggiore, eseguita dai suoi stessi “commilitoni”, obbligati a uccidere questi piccoli disertori a bastonate o, nei casi peggiori, a morsi. I ribelli sopravvivono così da vent’anni, saccheggiando i villaggi nord-ugandesi ridotti ormai allo stremo, tanto che il 90 percento della popolazione della zona vive nei campi per sfollati organizzati dal governo. Anche se il conflitto sembra aver superato la fase più acuta (dove i ribelli potevano contare su una forza di tremila “soldati” a fronte dei circa 500 attuali), la guerra è ancora lontana dalla conclusione.
Pendolari notturni. Per far fronte all’emergenza i bambini hanno deciso di organizzarsi da soli: a sera, circa 6 mila di loro lasciano i villaggi e raggiungono le città di Kitgum e Gulu, maggiormente protette, per dormire là e sfuggire agli attacchi notturni dei ribelli che si concentrano in campagna. Un fenomeno che dura da alcuni anni, e che nei primi tempi vedeva i bambini alloggiati in strutture di fortuna: ospedali, stazioni degli autobus, case abbandonate, col tempo sostituite da strutture messe in piedi da organizzazioni umanitarie sia internazionali che locali. PeaceReporter ha sentito Zachariah Otto, coordinatore della Charity for Peace Foundation, nata nel 2003 e operante a Gulu assieme a altre ventidue associazioni. “L’emergenza vera e propria è passata, visto che ora ospitiamo circa 300 bambini a notte. Ma nei momenti peggiori siamo arrivati a 6 mila…”. Un lavoro oscuro ma utilissimo, senza ricevere un soldo dal governo ugandese: “Non abbiamo donatori fissi, ci aiutano varie associazioni e agenzie umanitarie, come l’Unicef. Le autorità ci forniscono solo i soldati per la sicurezza nostra e dei bambini”.
Attività collaterali. Il lavoro dell’associazione non è però limitato all’alloggio per i piccoli ospiti. “Portiamo avanti attività ricreative, come danze tradizionali e lezioni religiose la domenica, incoraggiando sempre i bambini a fare ritorno alle proprie case durante il giorno”, conferma Zachariah. Il rischio infatti è che la separazione finisca per disgregare le famiglie e quindi la società, che è poi l’obiettivo a cui mirano i ribelli con i rapimenti e gli attacchi dei bambini-soldato ai loro stessi villaggi e ai parenti. La continuazione del conflitto rischia di fare dei giovani attuali una generazione perduta, anche perché fino alla fine della guerra non sarà possibile avviare programmi di sviluppo nel nord del Paese. Per questo i colloqui di pace, cominciati un anno fa ma ormai arenatisi, hanno un’importanza fondamentale. “Qui la gente rimane fiduciosa” conclude Zachariah, “e parte dei ribelli sembra voglia sinceramente finirla con questa guerra”. Sperando che un giorno non troppo lontano le porte della Fondazione si chiudano per sempre. Per mancanza di ospiti.
mercoledì 20 febbraio 2008
Ciao Fidel, nel bene e nel male
lunedì 18 febbraio 2008
l'anima di un quotidiano
Oggi e l'Unità day: alle 14.30 a Roma in tanti siritroveranno per il rilancio di un giornale libero che sappia raccontare le nuove sfide della sinistra di oggi.
11 anni fa in un'altro grave momento di crisi, Michele Serra scrisse il seguente articolo che mi pare essere anche oggi attuale:
"La vecchia Unità e molto malata. C'è un editore che vuol far quadrare i conti che non quadrano , e ne ha il diritto. Ci sono giornalisti che difendono il posto di lavoro, e ne hanno il diritto. Lei però è qualcosa in più di un editore e di un gruppo di giornalisti. Qualcosa di terzo rispetto al tardizionale dualismo delle parti in lotta. E' la sagoma inconfondibile della sua testata, è il cappellino di carta dei muratori del dopoguerra, è il grosso pacco con lo spago che i diffusori ritiravano la domenica mattina, è il giornale che gli operai comunisti dovevano nascondere entrando in fabbrica, è il giornale che stava in tasca a Berlinguer, è Melloni-Fortebraccio e Lajolo-Ulisse, è il faticoso tracciato di parole che persone quasi analfabete compitavano a fatica per darsi dignità e coraggio, è tre generazioni almeno di italiani di sinistra, intellettuali e popolo, che ogni mattina l'hanno portata con se. E' per molti di noi, un quasi fedele riassunto della nostra vita: gli anni peggiori e gli anni migliori, le bugie e la verità, le buone e le cattive battaglie, una bandierina di carta che chi più chi meno abbiamo tutti sventolato come per sventolare noi stessi. Tutti i giornali hanno un'anima. Ma per vedere l'anima de l'Unità ci basterebbe riuscire, almeno una volta ancora, a guardarci in faccia."
Da L'Unità del 14 novembre 1997.
giovedì 14 febbraio 2008
A luci spente
Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile.
1. spegnere le luci quando non servono
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l'aria
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l'acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni
10. utilizzare l'automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.
E ricordati di spegnere tutte le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili venerdì 15 febbraio alle ore 18!
Consiglio per gli acquisti oggi
martedì 12 febbraio 2008
La pagliuzza e la trave
" Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Luca 6,41- 42; 6,45
domenica 10 febbraio 2008
Pellicole memorabili 1
sabato 9 febbraio 2008
Milano: sfratto alla storia
venerdì 8 febbraio 2008
Laicità: nuovo civismo e valore della persona
Domani a Roma si svolgerà un importante seminario nazionale sulla laicità organizzato dall'associazione Laicità e Civismo. Visitate il sito e aderite on line all'appello. E' importante visto il contesto nazionale in cui ci troviamo.
mercoledì 6 febbraio 2008
Amarcord 1
19 anni consecutivi di abbonamento al Piacenza Calcio non si dimenticano.
La scalata gloriosa dalla serie C2 alla A è in fondo un pezzo della vita domenicale di tanti di noi.
Questa foto è dell'85, un Piacenza Spal che ricordo bene terminò due a uno per noi dopo che nel primo tempo eravamo andati sotto.
Chi si ricorda i marcatori darebbe un senso a questa giornata.
Potremmo anche scatenare un dibattito sulla formazione di quell'anno.
So che ce la potete fare.
martedì 5 febbraio 2008
Il nome della rosa
lunedì 4 febbraio 2008
Uno squillo nell'alba di Federico
Morire a 18 anni in una mattina di fine estate in una tranquilla città emiliana dopo essere stato fermato dalla polizia.
Questo accadde a Federico Aldrovandi il 25 settembre 2005.