I vecchi partigiani hanno sempre ricordato, giustamente, che la Resistenza non va ricordata solo come un importante fatto storico ma perchè i suoi valori fondanti sono validi oggi come allora.
Ci sono nella disgraziata società italiana attuale tanti esempi di piccola grande Resistenza.
Uno di questi si chiama Roberto Saviano, classe 1979, scrittore dell'ormai famoso libro Gomorra che da anni vive sotto scorta per le ripetute minacce della camorra nei suoi confronti.
E mi piace riportare oggi vigilia del 25 aprile 2008, quello che scrisse di lui un vecchio partigiano qualche anno fa:
"Roberto Saviano non solo ha ‘denudato il mostro’, ma l’ha saputo spiegare come finora nessuno. Mi è venuto subito in mente uno scrittore che ho molto amato, di cui sono stato amico, Leonardo Sciascia: quanto lui ha saputo narrare la sua Sicilia e le storie di mafia così Saviano è lo scrittore per eccellenza di Napoli e della camorra.Ho voluto, prima di entrare in studio, passare qualche ora con Roberto, non solo per dargli un po’ dell’esperienza di un vecchio signore, ma per conoscerlo e cercare di capire che cosa spinge un giovane a rinunciare alla propria libertà, a vivere come tutti i coetanei, incontrare la sua ragazza, andare al cinema, prendere un aereo, cenare con gli amici. La prima risposta l’ho avuta dai suoi occhi, intelligenti e curiosi che mi hanno frugato forse per spiegarsi il perché di quell’invito. Chi mi conosce sa che sono abituato a trascorrere con i miei ospiti il tempo necessario per la trasmissione, ma stavolta avrei voluto che la colazione con Roberto, poi il caffè, durassero di più. Anzi, spero che mantenga la promessa di tornare a trovarmi, magari quest’estate in campagna, così avremmo la possibilità di continuare quel discorso cominciato a casa di mia figlia Bice. Dai giovani, anche alla mia età, c’è sempre da imparare. Da Roberto Saviano un po’ di più.E’ arrivato poi il momento dell’intervista e dalla sua prima risposta ho capito che avevo ragione ad aver voluto inaugurare ‘RT’ con lui. Poco prima ci eravamo messi d’accordo sul finale: gli avrei chiesto se voleva aggiungere qualcosa e lui, che aveva il suo libro infilato tra il bracciolo e lo schienale della poltrona, ne avrebbe letto qualche riga. Invece, a quella mia domanda Saviano ha risposto: “Sono felice di aver potuto dialogare con lei. Se questo è possibile, forse in questo Paese qualcosa è ancora possibile fare.”E’ stato il più bel ‘bentornato’ che ho ricevuto.
Grazie, Roberto."
Enzo Biagi
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