Ma appare ancor più sorprendente la reazione in appoggio a questa decisione dei frati francescani.
Padre Enzo Fortunato, direttore sala stampa della Basilica superiore di San Francesco, si dice convinto che "lo spirito di S. Francesco non venga tradito e aggiunge: " credo che S. Francesco ci comprenderebbe".
Nel nome di Francesco appunto: secondo la regola dettata dal Santo, la vita comunitaria deve cercare di conformarsi a questi principi:
1) Fraternità: i frati non devono vivere soli, ma devono prendersi cura dei propri fratelli (e in generale di tutti) con amore e dedizione. La stessa cura si estende incondizionatamente non solo alle creature umane, ma a tutto il creato in quanto opera di Dio e dunque sacro, vivendo in questo modo la fraternità universale.
2) Umiltà: porsi al di sotto di tutto e di tutti, al servizio dell'ultimo per essere davvero al servizio di Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l'uomo dal bene e dalla giustizia
3) Povertà: rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con i tutti i fratelli, partendo dai più bisognosi.
2) Umiltà: porsi al di sotto di tutto e di tutti, al servizio dell'ultimo per essere davvero al servizio di Dio, liberarsi dai desideri terreni che allontanano l'uomo dal bene e dalla giustizia
3) Povertà: rinuncia a possedere qualsiasi bene condividendo tutto ciò che ci è dato con i tutti i fratelli, partendo dai più bisognosi.
Si vede che per Padre Enzo Fortunato e per i francescani di oggi, questa regola è da rivedere.