martedì 11 marzo 2008

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Sabato 8 marzo, in occasione della festa della donna, un'attivista saudita rischiando il carcere e forse anche di più, ha guidato un auto, ha ripreso il tutto ha lanciato il video in rete (guarda), per sfidare apertamente il governo saudita che vieta, fra le altre cose alle donne di guidare.
Un gesto rivoluzionario, per davvero, che ha fatto il giro del mondo mettendo in crisi le autorità e salvandola, al momento, dalla prigione.


L'Arabia Saudita è uno dei principali partner economico e politico delle cosidette democrazie occidentali. Principale alleato arabo degli Usa nella guerra al terrorismo. Nessun per questo motivo parla mai di come si vive in questo paese.

La legislazione è essenzialmente costituita dalla Sharia e la sua applicazione è garantita dai tribunali religiosi.
Queste corti irrogano sanzioni come la pena di morte per decapitazione, l'amputazione, la fustigazione, la pubblica lapidazione. Le associazioni per i diritti umani segnalano anche casi di crocifissione ed un ampio uso di punizioni corporali e torture. I processi sono sommari, e alla difesa non è riconosciuta alcuna garanzia.
Non c'è libertà religiosa, non c'è libertà di stampa. Capita che un cristiano sia scoperto a pregare a casa propria e finisca in cacere. L'Arabia Saudita è l'unico Paese al mondo nel quale esiste un esplicito divieto di costruire Chiese, in altri Paesi arabi (non tutti) i cristiani sono de facto perseguitati, ma godono di qualche diritto a livello costituzionale o legislativo.

L'Arabia Saudita è uno dei Paesi leader dello schiavismo internazionale. Nonostante la monarchia abbia formalmente abolito la schiavitu', essa è ancora pratica diffusa e ampiamente tollerata. Moltissime donne straniere vivono in condizione di schiavitu' presso agiate famiglie saudite. A volte, qualche sceicco arabo si porta dietro nei suoi viaggi qualcuna delle sue schiave e capita che alcune di queste donne riescano ad approfittarne per fuggire.

Particolarmente critica è la condizione delle donne, soggette ad una serie di innumerevoli restrizioni (dal modo di vestire al lavoro e, soprattutto, ai comportamenti sessuali). Se una donna viene stuprata, non si punisce lo stupratore ma la donna stessa in quanto tentarice e corruttrice.

Questa situazione rende evidente l'ipocrisia dei paesi occidentali e degli Stati Uniti in primis che da una parte affermano con le armi la loro lotta per portare la democrazia in certi paesi, e poi appoggiano incondizionatamente stati nei quali non esistono i più elementari diritti e nei quali le leggi ci riportano al medioevo e forse anche un po prima.


1 commento:

Big ha detto...

Infatti. Si parla di violazione dei diritti civili solo riguardo a Cuba. Che schifo.