mercoledì 2 luglio 2008

e' Palio


Oggi alle 19.30 usciranno dall'entrone del Palazzo Comunale i dieci cavalli che correranno per il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano. E' il momento topico della festa, quello che ogni senese attende per un anno intero: il momento in cui una piazza di cinquantamila persone vocianti si zittisce completamente e in un silenzio surreale carico di tensione e speranza, accompagna i 10 barberi verso i due canapi per l'inizio della corsa.
La festa iniziata il 29 giugno con l'assegnazione a sorte dei cavalli alle contrade, oggi vive il suo giorno più lungo. Un giorno iniziato ieri sera con le cene in tutte le 17 contrade di Siena, nelle quali tra un bicchiere di vino e l'altro, sono saliti fortissimi canti antichi che risalgono pari pari all'età di Pinturicchio. Canti per caricarsi e sfidare la cabala in vista dei tre giri di piazza, canti per sfidare la contrada nemica, canti di orgoglio e di appartenenza al proprio rione. Canti di attesa e speranza.
Una città intera divisa nelle strade dei rispettivi rioni, partecipa a questa liturgia antica e uguale da secoli che si perpetua di generazione in generazione giorno dopo giorno bel al di là dei 4 giorni di festa 2 volte l'anno. In tutto questo susseguirsi di emozioni incredibili, l'unico vero eroe è sempre e soltanto il cavallo. Venerato e guardato dai contradaioli come nessun'altro. Unica variabile vera del palio, perchè ben diversamente dai fantini stessi, i cavalli non subiscono il fascino del denaro. Corrono sul tufo anche quando perdono il fantino, come fosse per loro un piacere vero continuare la corsa, stare davanti agli altri, provare ad andare più veloci.
Il cavallo resta immortale nelle vittorie del palio, qui a Siena tutti si ricordano dei cavalli molto più dei fantini che li hanno montati. Panezio, Folco, Topolone, Quebel, Giacca, Berio, Rimini, Urbino, Benito restano indimenticabili.
Domani il suono di Sunto, il campanone bronzeo che sta in cima alla Torre del Mangia farà sentire i suoi rintocchi tutto il pomeriggio fino al momento della corsa, rintocchi che rimbombano in tutta Siena e nelle campagne circostanti. E' un suono anch'esso antico carico di storia e di vicende accadute ai suoi piedi.
Quando Sunto smette di battere i suoi colpi e il suo eco ancora si espande oltre i tre colli di Siena verso le campagne del Chianti, già la piazza è muta.
Poi c'è il Palio.
Un minuto in mezzo unico al mondo e irripetibile, come scrisse qualcuno, in nessun altro luogo del pianeta che non sia la conchiglia di tufo della Piazza del Campo di Siena.
Poi la Festa sarà solo e soltanto per uno. Non esistono i piazzamenti, non esiste podio, non eiste l'uscita a testa alta. Conta solo e soltanto vincere.
Disse una volta Andrea Degortes detto Aceto: "perchè a Siena c'è questa strana abitudine per la quale se non vinci il Palio, lo perdi."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bello questo testo, complimenti: direi che rende bene l'atmosfera lì a Siena, che deve essere calda parecchio.

ma forse ho letto distrattamente e me lo sono perso: voi con chi siete?

blackbado ha detto...

Noi inteso in senso lato è generico.
Meglio dire ( leggendo anche la citazione di veltroni) che LEI è della Lupa. Che non corre, ma ha sul campo la nemica ovvero l'Istrice.
Il gioco del Palio è anche questo, stringere alleanze con le altre in corsa per danneggiare la nemica ed impedire in ogni modo la sua vittoria.
Nessuno perde piu nel Palio di chi si vede vincere la nemica.
Oggi fra l'altro l'Istrice è favorita e quindi il clima è molto molto teso.
Un'altra citazione che rende l'idea dice: il Palio è l'unica corsa al mondo alla quale puoi perdere senza avere partecipato: è la corsa più dura del mondo"