domenica 15 giugno 2008
Olè
Non sono fra quelli che contestano la corrida o firmano petizioni per chiederne l'abolizione.
Fa parte della tradizione viscerale, della cultura e della storia di una nazione e come tale deve essere rispettata.
Non ne so molto sinceramente, ne so se uno spagnolo sta col toro o col torero o assiste neutralmente allo spettacolo.
E' sicuramente scontato, ma dichiaro pubblicamente che invece io sto col toro sempre e comunque e ieri la bestia ci ha regalato questa soddisfazione.
Grazie fratello, riposa in pace.
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7 commenti:
Un piccolo aneddoto. Ho assistito ad una sola corrida nella mia vita, nella plaza de toros di Siviglia (molto bella). Io e Liz eravamo seduti vicino ad alcuni anziani molto competenti (o comunque, mutuando dal frasario calcistico, "supertennici"), che ci spiegavano con pazienza qualità e difetti dei vari tori e toreri che si alternavano nell'arena. Nessuno dei tifosi delle corride parteggia per i tori, ma se reputano scarso il torero non esitano a disapprovarlo con severità. Ad un certo punto della corrida un toro incornò violentemente il torero e Liz scoppiò in un pianto dirotto, consolata dagli anziani che le spiegavano che la ferita non poteva essere grave ("no pasò nada, no llores"). Voto alla Plaza de Toros: 9. Voto all'atmosfera e al pubblico: 10. Voto alla corrida: 3.
Grazie per la dettagliata descrizione.
E comunque continuo a pensare che ci sia troppa ipocrisia intorno a questo spettacolo.
Può parlarne male solo chi mangia solo erba.
Tutti gli altri meglio che si astengano.
Per lavoro sono stato una volta vicino a Cremona in un macello di conigli: funziona cosi, migliai di conigli passano vivi su un nastro, arrivano a un tipo ( che fa solo quello nella vita, otto ore al giorno cosi..), che li prende, gli schiaccia la testa in mezzo a due scariche elettriche per stordirlo e poi con un coltello li sgozza alla media di uno ogni 10 secondi piu o meno.
E' peggio la corrida?
Mah non lo so.
Però il coniglio in umido lo mangiamo tutti, o quasi, quindi meglio evitare tanti discorsi.
dalla parte del toro, sempre.
come nel derby di torino...
Premetto che, concettualmente, detesto gli animalisti e mal sopporto i vegani che ti guardano storto se azzanni una bistecca (mentre rispetto la scelta di non mangiare carne, è ovvio, purchè non si traduca in un sentimento di superiorità morale nei confronti degli altri).
Però mi permetto un appunto al tuo discorso: è vero che tutti mangiamo coniglio e manzo, ma è altrettanto vero che i moderni metodi di macellazione prevedono la minor sofferenza possibile per gli animali. Tu stesso scrivi che prima di venire sgozzato il coniglio viene stordito.
Invece, il toro viene infilzato dalle banderillas (2,4,6,8 punte di ferro conficcate nelle carni), prima del colpo di spada. Spesso un solo colpo non basta, quando la lama scivola sull'osso e non raggiunge il punto vitale, e allora sono necessari più colpi di spada. Insomma, per spiegare che della corrida odio la sofferenza inflitta. Così come odio le macellazioni islamiche e Kosher, che consistono nello sgozzare gli animali e lasciarli agonizzare, vivi, per fare uscire tutto il sangue (impuro...). cazzo, se volete mangiare la carne mangiatela e non rompete i maroni, altrimenti nutritevi di carote!
Decidessi io, vieterei questi tipi di macellazione, che infliggono inutili sofferenze agli animali.
compagni, intervengo volentieri: ho iniziato a vedere corride con l'elisa nel 2005, e da allora è stata una folgorazione.
ad oggi ne abbiamo collezionate 34,viaggiando (anche parecchio) tra francia e spagna, spero e credo che saranno ancora molte e molte di più.
ovviamente la corrida è un qualcosa che mi piace e mi affascina, ma non mi interessa qui farne una difesa o addirittura un'apologia.
quello della tauromachia è un linguaggio che tocca essenzialmente e troppo le corde dell'intimo di ognuno, emozioni e reazioni ancestrali e dimenticate, passioni vere, ed è inutile provare a spiegare o giustificare razionalmente di cosa si tratti, perchè sia da difendere, perché trascina ogni anno milioni di persone all'arena.
certo ha ragione big, le reazioni ad una corrida possono essere tante ed anche opposte (a maggior ragione la prima volta in cui si va all'arena): il ventaglio è davvero ampio, si va dal disgusto all'eccitazione, dall'indifferenza ai brividi, dalla noia all'entusiasmo. ho accompagnato all'arena per la loro prima volta sei o sette amici, e ogni volta è stata diversa dalle altre.
anch'io ho visto piangere una persona in un'arena, la persona che era con me quel giorno si è commossa, ma di emozione, di passione, di partecipazione.
è impossibile dare un giudizio univoco e certo, della tauromachia: ogni parola, ogni definizione transita inevitabilmente attraverso la propria reazione singolare e irripetibile a ciò cui si assiste, attraverso quello che dice la propria pancia e non la propria testa, e per questo è esercizio sterile decidere o cercare di convincere che la corrida sia bella o brutta, giusta o ingiusta, crudele o sublime.
chi va a vedere la corrida non è un pazzo sanguinario, un sadico che gode nel vedere le sofferenze del toro, che si sublima nel vedere il sangue o la spada.
chi ha aficion (parola intraducibile che sta a metà tra passione/amore e conoscenza, cultura della cosa) si rende all'arena ogni volta perché ogni volta va a cercare qualcosa di altissimo, il mistero del toro, di quel toro particolare e del suo incontro col torero.
la corrida è un fatto essenzialmente culturale, secolare, che in alcuni regioni dell'europa (la spagna intera, il portogallo, il sud della francia) o in altri paesi latini del sudamerica è parte importante della vita culturale, economica, sociale di popolazioni intere.
sarebbe difficile immaginare l'andalusia senza i tori.
poche altre attività umane ludiche (mi si passi il termine, del tutto inappropriato, ma non ne trovo un altro, che la corrida non si riesce a capire e definire cosa di preciso sia, né sport, né arte, né spettacolo, né liturgia, combattimento) hanno suscitato tanta e altrettanta attenzione e passione, anche culturale.
per rimanere al tema del post e dei commenti, nessuno va all'arena per tifare per il torero o per il toro, o contro il torero o contro il toro.
questa è una deformazione sportivista, e la corrida non è uno sport.
personalmente poi non mi sono mai augurato di vedere il torero, l'uomo, soffrire, ma questo è un altro paio di maniche.
all'arena si va non a tifare, ci si va per assistere, partecipare, fare comunione anche (nel senso più laico del termine, ovviamente), si va per ammirare la forza selvaggia del toro e ad apprezzare la ragione controllata del torero, il suo coraggio, la sua capacità di trasformare questa liturgia di morte in arte, in passione, in danza sensuale.
è vero c'è il sangue, è vero c'è la morte del toro, ma tutto quello che accade nell'arena ha una giustificazione, profonda, rigorosa.
certo si può criticarla, anche ferocemente, ma occorre riconoscere che la corrida non è una macelleria fine a sé, non è spettacolo pulp per la soddisfazione di chissò quale frustrazione, non è accanimento inutile e barbaro.
la prima volta che ho visto una corrida mi è rimasto impresso soprattutto il fatto che all'arena ci fossero donne, tante donne, mamme con i bambini, nonni con i nipoti.
se va bene alle donne e ai bambini, va bene per tutti avevo pensato.
per chiudere.
la corrida, tutto quello che avviene nell'arena in quei venti minuti e tutto quello che la precede, è anche un fatto di civiltà e rispetto per il toro.
che vi sembri paradossale, ma è così.
la corrida è un fatto di rispetto per il toro, per la sua natura più profonda (in spagnolo, la bravura), per la sua cifra distintiva che lo distingue da ogni altro animale.
nella corrida, in chi la pratica, in chi vi assiste, negli allevatori, nei veterinari, ecc., il rispetto per l'animale è il dogma principale, inattaccabile.
ha ragione big, quel torero che compie i suoi atti attentando alla dignità del toro, o approfittandone inutilmente, o ferendolo malamente è immeditamente censurato dal pubblico intero. ma una censura vera, che significa a volte la fine della carriera, che singifica 3 minuti di fischi e urla da 20.000 persone, crollo dei contratti per la stagione.
certo, il rispetto del toro porta anche al paradosso della sua uccisione, senza la quale la corrida davvero sarebbe uno sciocco divertimento irriverente.
se il toro non fosse messo a morte nell'arena, tutto il resto non avrebbe senso, e infatti in california fanno corride senza messa a morte.
non mi scandalizzano i racconti di chi ha visitato i macelli (non tu bado, ma i tanti altri che ciclicamente si sentono, nelle chiacchiere da bar o a studio aperto), credo che l'uomo faccia bene a nutrirsi degli animali e non ho mai creduto che i conigli o i maiali si consegnassero spontaneamente al macellaio sotto casa.
personalmente, e qua torniamo alle viscere, trovo molto più irrispettoso attaccare una vacca ad una mungitrice per tutta una vita, o castare il gattino per tenerlo in condominio, o creare delle nuove specie per il nostro beneficio, che non combattere un toro nell'arena, un toro bravo che nasce con l'istinto del combattimento, che vive per 4 anni praticamente allo stato brado, pasciuto e curato, e negli ultimi venti minuti della sua vita fa quello che il suo istinto lo porta a fare.
Grazie Gigio grandissimo post degno di un editoriale su un quotidiano nazionale.
E' giusto che vieni a Siena a vedere il palio prima, diciamo dal 29 giugno in avanti.
Ti accorgerai che molte delle cose che hai detto della corrida, le puoi ritrovare fra le vie di Siena.
Forse è per questo del resto che Palio e Corrida, non sono manifestazioni per spillare soldi ai turisti coglioni, come tutte le altre giostre medioevali sparse per l'Europa, ma si alimentano di vita propria.
Paolo Frajese, senese doc, una volta scrisse: è inimmaginabile pensare Siena senza il Palio o il Palio senza Siena.
E' come hai detto tu dell'Andalusia.
Sono due manifestazioni che affondano le radici in centinaia di anni addietro e sono rimaste immutate mentre tutto il mondo intorno cambiava.
Vanno rispettate e capite e forse non basta una vita per farlo perchè riguardano i sentimenti profondi e ancestrali degli uomini che le vivono.
Leggo tardi, purtroppo. Senese doc, cresciuto a pane e palio, ed aficionado a los toros da molti anni. Ogni anno sono in Spagna, ed anche in Francia, tre, quattro, e più volte. Conosco personalmente toreri, ganaderos, apoderados. La tauromachia per me è molto, quasi tutto. Due cose: JR ha descritto los toros in modo praticamente perfetto, io ormai ho completamente superato la "questione" animalista, perchè semplicemente non esiste.
Segundo: c'è un libro di Mario Verdone sulle analogie tra Palio e Corrida. Io dico: ci sono analogie, ma anche molte e molte differenze. Bel blog, complimenti!
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